Che ve ne frega?

“Meditate che questo è stato:/vi comando queste parole./Scolpitele nel vostro cuore,/stando in casa andando per via,/coricandovi alzandovi;/ripetetele ai vostri figli./O vi si sfaccia la casa,/la malattia vi impedisca/i vostri nati torcano il viso da voi.”
(Primo Levi – Se questo è un uomo)

Quando vi fanno pensare alla Shoah, il 27 di gennaio, il Giorno della Memoria, pensate alle dita incancrenite per il freddo, rigide e scure, suppuranti, alle ginocchia spigolose ed infiammate, al bacino incavo tra le anche puntute sotto la pelle tesa, alle costole in vista;
pensate alla testa rapata; pensate alle orecchie rosse per il gelo;
pensate agli occhi privi di espressione e poi ditemi se parlo di un uomo o di una carcassa: ditemi se questo è un uomo!
Per qualcuno erano numeri tatuati e niente altro.

Che ve ne frega? Forse sì, tra voi c’è ancora qualcuno che li ritiene solo numeri, lontane ombre del passato delle quali può fare volentieri a meno, alle quali non vuole dedicare neanche cinque minuti dei suoi pensieri, neppure il 27 gennaio. Eppure io non so se sono tanto crudele da augurarvi cinque minuti di quel che passarono i deportati. Io ci penso spesso.

Se non lo avete ancora capito vorrei che pensaste, come persone, individui, uomini, perché i numeri non pensano, le masse non ragionano e controllare una cosa è più semplice che controllare tante menti; per i menefreghisti, state pur certi che troverete qualcuno che vi userà, ammesso che non stia già succedendo, perché la presunzione odierna è un’ottima armatura solo fin quando l’acqua non vi arriva alla gola ed allora affogherete. Altrettanto, assuefarsi al degrado ed accettarlo è un peso destinato a schiacciarvi, perciò pensate alle vittime dei nazifascisti ed a cosa simboleggiano.

Invito anche i giovani “fascistelli” ed i neo-nazisti a guardare in viso il feto morto, figlio dei loro eroi, perché si vergognino del loro feticismo per le uniformi, per il culto della violenza, per la mentalità retrograda, maschilista ed anti-democratica, per le quali portano avanti miti dei quali non comprendono neanche origini e crimini. E tali crimini basterebbero ad allontanarne una persona.

Ah, pensate a chi guarderà distratto la foto di qualcuno tra voi: nel tuo bel pigiamino a strisce, un signor nessuno all’ombra di un manichino in uniforme, un altro nessuno, l’uno privato della vita, l’altro dell’anima. Dov’è il bene in questo? Io spero che nessun fotografo abbia mai occasione di immortalare questo futuro.
Pensate.

Niccolò M. Menozzi (Liceo Moro)

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Vedi anche:

– 27 gennaio: l’indifferenza opera nella storia (video)

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