L’assessore Casarini vorrebbe bloccare il nuovo impianto a biogas: «Nessuna sicurezza sull’impatto» 1/3

Una parte dell’impianto a biogas

Questo articolo fa parte dell’inchiesta Video-inchiesta impianto biogas di Gazzata: «Non siamo sicuri sia ad impatto zero»

[articolo pubblicato come notizia d’apertura sul nuovo quotidiano “Prima Pagina Reggio” l’1 Dicembre 2012]

«Non abbiamo la possibilità di bloccare l’impianto. Lo faremmo volentieri». Queste le dure parole dell’assessore dell’Ambiente Gianmaria Casarini sull’impianto a biogas che sorgerà a Gazzata, frazione di San Martino in Rio a pochi chilometri da Reggio Emilia. I lavori, ad opera dell’azienda Sammartein Biogas, sono cominciati con l’inizio dell’estate.  L’impianto è stato bersaglio di critiche e dubbi sin dalla sua approvazione nel 2011 e, se tutto andrà secondo i piani, sarà interamente funzionante entro la fine del 2013.

A ricostruire l’interna vicenda in un video, mettendo in fila tutti i documenti, è stata la web-tv Cortocircuito (www.cortocircuito.re.it), nata da alcuni studenti di Reggio Emilia e ideatrice di diverse video-inchieste sui temi più caldi della nostra città.

L’assessore Casarini, alle domande sull’impianto a biogas di San Martino, risponde sincero. «Non siamo assolutamente sicuri sia ad impatto zero. Anzi – afferma Casarini – ho qualche sospetto che non lo sia». Nonostante i dubbi, espressi anche dalle istituzioni, l’impianto è stato autorizzato. La centrale a biogas è basata su un processo di fermentazione di prodotti agricoli, in particolare mais, che insieme a liquami generano batteri in grado di produrre gas metano.

Il permesso dell’impianto

Nessuna valutazione ambientale

Il progetto dell’impianto è stato sottoposto ad una valutazione d’impatto ambientale? «Non serve – spiega Casarini – è sufficiente un procedimento unico molto più semplificato». L’assessore ha ragione. La legge italiana stabilisce che i progetti degli impianti a biogas devono avere certi permessi ambientali solo se superano i 1000 kilowatt. Invece l’impianto reggiano produrrà 999 kilowatt. Una scelta di certo non casuale: in questo modo si evitano le valutazioni d’impatto ambientale.

Contrario alle leggi regionali

Inoltre l’impianto risulta contrario alle più recenti disposizioni regionali in materia. Le leggi uscite da via Aldo Moro vietano la costruzione di impianti a biogas nella zona di produzione del Parmigiano Reggiano. E Gazzata, dove sorgerà l’impianto, rientra in quest’area. Il biogas, si legge nel testo della disposizione regionale, può “dar luogo alla formazione di microcolonie composte da un numero elevato di cellule, con intensa produzione di gas e conseguente gonfiore” del formaggio. Oltre al rischio di causare una “fermentazione tardiva” del Parmigiano Reggiano.

Tuttavia l’impianto di Gazzata è stato approvato poco prima che la legge regionale entrasse in vigore. Quindi non può essere bloccato. Ma il rischio per il Parmigiano non rimane invariato? L’assessore regionale dell’Agricoltura Tiberio Rabboni ha minimizzato il pericolo.

Richieste inascoltate

Il frontespizio della legge regionale

Nel frattempo l’assessore di San Martino Casarini, contrario all’impianto, ha rivolto all’impresa costruttrice tutte le richieste di precauzione possibili. «Abbiamo chiesto all’azienda un piano del traffico: tutti i mezzi dovranno arrivare all’impianto direttamente dalla tangenziale, percorrendo strade di grandi dimensioni». Oltre ad aver «imposto all’impresa un raggio d’azione dei camion di massimo 10 km», costringendo la società a reperire le materie prime nelle aree limitrofe all’impianto. Ma l’azienda è obbligata a seguire le richieste del Comune? «Assolutamente no». Quindi bisognerà affidarsi al senso civico dell’azienda? «Assolutamente si». Questo il dialogo, a tratti surreale, con l’assessore Casarini.

Tuttavia l’impresa costruttrice dà già diversi segnali in direzione opposta. Ad esempio, i camion diretti all’impianto, anziché arrivare dalla tangenziale, percorrono una strada molto stretta. Si tratta di via Casoni, un viottolo fiancheggiato da alcune abitazioni e con un solo senso di marcia, in cui è addirittura vietato il transito dei camion, come segnalato dall’apposito cartello all’inizio della strada. L’unica speranza per i cittadini è continuare ad affidarsi al senso civico dell’azienda?

Elia Minari (collaboratore giornalino studentesco Cortocircuito)

L’inchiesta è stata realizzata da Cortocircuito, giornale e web-tv degli studenti reggiani (www.cortocircuito.re.it).

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Vedi anche:

– Video-inchiesta impianto biogas di Gazzata: «Non siamo sicuri sia ad impatto zero»
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