Per quanto mi ostini a volerlo fare non riesco a parlare di mafia senza trovarmi di fronte ad un muro di banalità. Come sconfiggere questi parassiti se hanno ormai invaso le nostre coscienze e la nostra vita quotidiana? Il rigurgito e l’odio non sono abbastanza forti, e soprattutto non sono abbastanza plasmabili per essere compressi. Allora mi chiedo come siamo arrivati a tal punto e mi dico in fondo che molto semplicemente la mafia è anche una nostra creazione. Perché mentre piegava le sue vittime e questo cancro mostruoso cresceva ed andava in metastasi gran parte delle persone rimaneva intorpidita dalla normalità giornaliera, crogiolandosi nei piaceri che una vita irreale ed apatica poteva offrire.
Certo molte persone non potevano rimanere insensibili quando magistrati molto popolari venivano fatti saltare in aria e giornali e telegiornali davano la notizia come se stesse finalmente per cambiare qualcosa e che lo stato finalmente avesse deciso di “fare lo Stato”. Ma qui si snoda anche in parte quel gomitolo di bugie ed ipocrisie, perché dopo una decina di giorni tutto questo sentimento popolare di disgusto è stato totalmente sedato come se nulla fosse successo; non a caso qualcuno disse che l’antimafia in Italia poteva essere fatta soltanto la settimana successiva ad una strage.
Le marionette sono tornate a fare quello per cui sono state progettate, ovvero consumare e produrre, delegando e lasciando con falsa fiducia che il problema lo risolvesse qualcun altro; perché il problema era reale ma l’uomo medio non può nulla, secondo la sua concezione è totalmente dipendente dalle decisioni di uomini più importanti di lui che vede ogni dannatissima sera in televisione e che ormai non sono più cittadini al suo pari ma icone, idoli e forse anche “star”. L’uomo medio è colui che afferma che la situazione ormai è irreversibile e che non si può più far nulla, ed è forse egli stesso la causa oppure soltanto una conseguenza della deriva morale di questo paese (spero che quando parlo di uomo medio si capisca che non mi riferisco all’italiano in generale ma ad un modello standardizzato dai mass media).
Vorrei che le persone, e so che c’è ne sono molte, parlassero e si esprimessero tra di loro e capissero che magari davanti a se hanno altri esseri umani, e poi altri ancora che vogliono davvero impegnarsi per risolvere il problema, perché quello che questo sistema ostile sta generando purtroppo è proprio quello di allontanare le persone rinchiudendole dentro stupide categorie, il comunista, il fascista ecc. La giustizia è una sola.
Vorrei che le persone cominciassero sentirsi cittadini, vorrei che si fermassero un attimo a guardare questa frenesia, che si rendessero conto per chi o per cosa corrono come dei pazzi ogni giorno. Vorrei che la gente cominciasse a sentirsi libera e che contagino anche le persone intorno a loro di questa malattia meravigliosa. Quella libertà che vuol dire anche fermare una persona per strada e parlargli esprimendo tutto quello che si ha senza paura. E allora forse le persone si renderebbero conto che la politica è la loro vita e non televisione, che sconfiggere la mafia è importante per il proprio futuro e per il futuro dei propri simili e probabilmente non avremmo più bisogno neanche di queste mummie che fanno di continuo la loro comparsata nei telegiornali o nei programmi di approfondimento perché semplicemente non avremo più bisogno di chi parla e decida per noi.
Oggi ho capito che la mafia si sconfigge ogni giorno dentro di noi e che possiamo vincere questa guerra vivendo e amando ogni giorno aprendosi alla vita, tutto il resto viene di conseguenza.
Enrico Colaci