Il procuratore Gratteri a Rubiera: «Dia, troppe sedi e pochi fondi» 2/2

[articolo pubblicato sul nuovo quotidiano “Prima Pagina Reggio” il 24 Novembre 2012]

«Non ci sono fondi né benzina delle voltanti né per pagare gli straordinari degli agenti. Però si trovano i soldi per aprire nuove sedi della Dia e per pagarne carabinieri e poliziotti che fanno lo stesso lavoro dei colleghi che operano nei comandi provinciali». E’ la dura critica mossa da Nicola Gratteri dal teatro Herberia di Rubiera giovedì sera per presentare il nuovo libro sulla ‘ndrangheta, “Dire e non dire”, edito da Mondadori e scritto a quattro mani con l’esperto di organizzazione criminali Antonio Nicaso, presente assieme a lui sul palco. Una critica ancora più dura perché viene dal procuratore aggiunto di Reggio Calabria, da anni attivo ed esposto in prima persona nella lotta alle mafie.

La Dia è arrivata a Bologna il 14 giugno scorso, fortemente voluta da diverse personalità della politica. Gratteri fa questo lavoro da 26 anni, avverte il clima che si respira all’interno di un sistema che, a causa della crisi, sta subendo molti, troppi tagli. «Mi arrabbio quando ci sono sprechi e ci sono cose di cui si può fare benissimo a meno, ma si fanno tagli lineari. Significa non avere il coraggio di eliminare ciò che non serve e lasciare ciò che serve».

Per Gratteri è inutile continuare a tagliare sulle spese di polizia e carabinieri, perché già ridotte all’osso: «Manca il quotidiano, non solo gli agenti da far uscire con le volanti, ma la stessa benzina per farle funzionare. Chiudete la Dia, perché fa lo stesso identico lavoro che fa l’uomo della scuola mobile, dell’uomo che lavora al nucleo operativo dei carabinieri, al Ros o al Scico. E allora capite che è un doppione? La Dia fa misure di prevenzione, ma le misure di prevenzione le fanno anche i carabinieri, la polizia, la guardia di finanza e i procuratori. Facciamo ritornare ognuno ai corpi d’appartenenza, risparmiando in palazzi in affitto e in uffici amministrativi».

La ricetta del procuratore Gratteri per alleggerire i costi del sistema giudiziario passa anche attraverso l’informatizzazione: basta ordinanze cautelari di duemila pagine e da molte migliaia di euro l’una, è sufficiente utilizzare le mail per risparmiare molti soldi. Plaude all’iniziativa del ministro di accorpare le procure: «E’ una cosa che andava fatta da vent’anni, al massimo un minuto dopo l’istituzione della Procura Distrettuale Antimafia». Nemmeno la Direzione Nazionale Antimafia viene risparmiata: «La Dna serve, ma venti sostituti procuratori per girare le 27 procure distrettuali antimafia, sono “assai”. Ne basterebbero dieci.  Se vogliamo risparmiare dobbiamo anche toccare queste cose».

Luca Gemmi (collaboratore giornalino studentesco Cortocircuito)

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Vedi anche:

Il video di una parte dell’evento
– Le foto dell’evento
– L’annuncio dell’evento
– Il prof Nicaso a Rubiera: «Era bello poter credere che in questa terra ci fossero gli anticorpi per resistere» 1/2

Le nostre video-inchieste:

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– Costi ad alta velocità. Video-inchiesta sul progetto TAV di Reggio Emilia 
– Posso entrare? Video-inchiesta sulle discoteche reggiane 
– Noborder, senza confini: il nostro cortometraggio sull’immigrazione (partendo dai luoghi comuni) 
– Video-inchiesta: il Parmigiano Reggiano grazie agli indiani